Cosa vuol dire Febbraio? Etimologia e significato nell'Oroscopo
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Oroscopo febbraio 2021: significato di febbraio e etimologia in Astrologia. Non il Solito Oroscopo di Simona Vignali
Cosa vuol dire Febbraio? L'etimologia di Febbraio viene dal latino e dalla storia del calendario, che è lunga e complessa. La nascita di Febbraio sarebbe intorno al 450 A.C. pensate un po'! Ma cosa rappresenta Febbraio per l'Oroscopo 2021?
Origine del nome febbraio: etimologia e storia del mese
Il significato di Febbraio
Oramai nessuno si interessa più di conoscere da dove nascono e cosa significano tante parole di uso quotidiano. Con un po’ di curiosità le notizie si trovano, per questo ho cercato di capire il significato di questo mese, attraverso l’etimologia del suo nome, Febbraio.
L'ultimo mese dell'anno
Oggi, Febbraio, è il secondo mese dell’anno, dopo Gennaio che invece lo inizia. Non sempre stato così. Febbraio era l’ultimo mese dell’anno per il mondo romano, che gli diede il nome che ancora porta.
L'energia di Febbraio
Nonostante sia stata modificata questa posizione, ha conservato, da migliaia di anni, fino ad oggi, la celebrazione di eventi e ritualità che sotto varie forme sono uguali a quelle iniziali, in tutto il mondo. In un certo senso essere il mese che precede la Primavera continua ad essere importante e carico di una speciale energia.
La storia del calendario
Non abbiamo sempre avuto il calendario che usiamo oggi. Lungo la storia della nostra civiltà, in particolare quella romana-cristiana, ne abbiamo avuti diversi, a seconda di chi governasse.
Nel nostro caso non sappiamo se il calendario creato da Romolo, che iniziava nel mese di Marzo, la Primavera, contenesse i mesi di Gennaio e Febbraio.
La parola "Annus"
I romani usavano la parola “annus” per indicare il periodo circolare che riportava a un nuovo inizio lo scorrere del tempo, un ciclo.
Ci si basava sul percorso di un pianeta, in questo caso il Sole, e la Luna, nel suo moto creatore delle stagioni da cui dipendeva la vita di tutto.
Ci sono al momento 3 ipotesi etimologiche sull’origine della parola Annus/Anno;
- la prima si riferisce alla radice sanscrita Am o an , in sanscrito la parola am-ati significa tempo;
- la seconda indica la parola am-b, che vuol dire intorno;
- la terza usa la parola ak o ac, in sanscrito ak-na è piegato o piegare da cui annulus come cerchio o anello
- La prima indica il concetto dello scorrere tempo
- Le altre due si riferiscono all’arco di tempo, cioè al ruotare intorno.
La parola "Calendarium"
La parola Calendarium si riferisce, in romano, al registro delle tasse riscosse al 1° del mese, cioè alle calende. Gli altri 2 periodi del mese erano le none e le idi, tristemente famose per l’assassinio di Giulio Cesare.
Sempre i romani usarono un calendario creato da Numa Pompilio, secondo re di Roma, basato su Sole e Luna e chiamato Lunisolare, di 12 mesi di lunghezza diversa tra 29-31 giorni, usato fino al 46 A.C.. Durava 355 giorni, 10 in meno dell’anno solare e per far tornare il conteggio si usava un mese “intercalare” di 22-23 giorni ogni due anni. Il ciclo solare venne considerato migliore di quello lunare perché basato sulla rotazione della Terra intorno al Sole.
La nascita del mese Febbraio
Col tempo diversi aggiustamenti avrebbero creato il mese di Febbraio, dopo Dicembre, e solo dal 449 dopo Gennaio. Il primo mese restava Marzo e l’uso di usare il 1° Gennaio subentrò nel 153 A.C. I mesi avevano il nome dei vari consoli.
Il calendario venne gestito male dalla classe sacerdotale che lo alterò al punto di spingere Giulio Cesare a commissionare ad un astronomo Alessandrino, ora diremo egiziano, Sosigene di progettare un calendario più pratico e universale. Per poterlo aggiornare al presente vennero inseriti dei mesi intercalari e il 46 A.C. durò 455 giorni.
L’anno seguente il calendario si sistemò come mesi alternati di 30 e 31 giorni, a parte Febbraio che ne aveva 29 e ogni quattro anni se ne sommava uno, bis-sextum, da cui bisestile. Ora l’anno era di 365 giorni e 6 ore.
Ma c’era un piccolo errore di 7 minuti che non si ritenne determinante e invece portò molti anni più tardi al calendario gregoriano.
Nel frattempo, sempre i sacerdoti, avevano intercalato il mese ogni 3 anni e non 4, e l’8 A.C. si fecero delle correzioni il mese sestile fu chiamato Augustus (Agosto), portato a 31 giorni, il mese quintile si chiamò Iulius (Luglio), a 31 giorni, sempre in onore di Cesare. Inoltre vennero create le misure attuali dei mesi di febbraio, settembre, ottobre, novembre, dicembre.
Il calendario Gregoriano
Il calendario Gregoriano nel 1582 corresse il computo degli anni bisestili e fissò l’equinozio di primavera al 21 Marzo, perché si era spostato, per l’errore di 7 minuti all’11 di Marzo.
Il calendario Gregoriano dura 365g 5h49m12s con un sfasatura di 34s su 365-5-48-46, sono necessari 300 anni per creare la sfasatura di un solo giorno.
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Febbraio da "Februare"
Wikipedia indica l’origine del nome Febbraio dal latino februare, da cui purificare, che a sua volta significa rimediare agli errori. Il periodo di Febbraio corrispondeva al momento scelto dagli Etruschi, a cui i romani si sovrapposero, per onorare il dio Februus o la dea romana Febris che culminavano nel 14 giorno del mese.
C’è di più. Il 25 Giugno del 305 nella città di Nisibis, in Turchia, una giovane cristiana, Febronia, venne martirizzata con modalità cruente anche per allora ed entrò nel novero dei martiri da ricordare. Per questo i cristiani la celebrarono nel mese di Febbraio. Poi la sua celebrazioni venne spostata al 25 Giugno e sostituita con quella di San Valentino, altro Martire cristiano. Ucciso il 14 Febbraio 273, a 97 anni, narra la leggenda dopo aver unito in matrimonio una cristiana, Serapia, e un legionario pagano, Sabino.
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I Lupercalia, gli "antenati" del Carnevale moderno
Ecco che siamo di fronte a movimenti della Storia che ci danno letture che si sovrappongono. Febbraio era per i romani antichi, il mese in cui si festeggiavano i Lupercalia, in onore del fauno Luperco, e si celebravano il 15. Erano riti di buon auspicio per la fertilità visto che Primavera incombente, data del risveglio di tutta la natura. Luperco veniva considerato il protettore degli armenti dall’azione dei lupi. Si usava una grotta sul Palatino dove la leggenda narra fossero stati allattati da una lupa Romolo e Remo, fondatori di Roma.
Come detto sopra Febbraio era l’ultimo mese dell’anno romano e marzo il primo. L’inverno era al culmine e le bestie feroci oramai affamate insidiavano le greggi fin a ridosso della città eterna.
Durante questi riti le donne di ogni ragione sociale percorrevano le vie del Palatino, allora chiamato Pallanzio da una città greca Pallanteo, nude, coprendo i genitali con pelli consacrate, e lasciandosi frustare da gruppi di fedeli del fauno. Consuetudine tramandata da un episodio in cui un sacerdote, sempre al tempo di Romolo e Remo, di fronte alla grotta flagellò le donne del villaggio che sarà Roma, invocandone la fertilità, cosa che avvenne 10 mesi dopo, da qui il rito.
I Lupercalia sono una delle ultime feste abolite dai cristiani, infatti 500 anni dopo Cristo ancora si tenevano e se ne lamentava Papa Gelasio. In quel periodo la festa non era più come quella antica avendone perso il significato originario, per lo più folclore. probabilmente proseguì, simile al nostro carnevale, fino al VII secolo quando venne istituita la festa della Candelora fissata per il 2 di Febbraio.
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La Candelora e la Quaresima
La festa della Candelora
La Candelora celebra la presentazione al Tempio di Gesù, e per l’occasione si benedicono le candele, simbolo della Luce portata al mondo da Gesù “per illuminare le genti”. Le persone comuni possono portare le loro candele per godere della benedizione.
Sempre Papa Gelasio nel 496 D.C. decise di spostare la celebrazione di San Valentino un giorno prima e con questa operazione, probabilmente senza averne idea, creò le basi per la festa degli innamorati, che diventò il ricordo di San Valentino.
Interessante sapere che questa tradizione è stata portata in giro per il mondo dai frati benedettini, che custodivano la prima basilica a Terni dedicata al Santo, e la fecero conoscere nei loro altri monasteri in Italia e nel mondo, in Francia e Inghilterra.
La Quaresima
Nella tradizione cristiana dal 17 Febbraio inizia un periodo importantissimo nella liturgia chiamato Quaresima, perché dura quaranta giorni. Quest'anno inizia il 17 di Febbraio, Mercoledì delle ceneri e termina Giovedì Santo, il 1° Aprile.
Nel rito Ambrosiano, in uso solo dell'Arcidiocesi di Milano, inizia 4 giorni dopo, sabato, dopo l’ultimo giorno di carnevale, Martedì Grasso.
Il Carnevale
DOMANDE SUL CARNEVALE
- Ma, il carnevale a cosa deve le sue origini?
- Il carnevale che significato ha?
- Dove nasce il Carnevale?
- Perché si chiama Carnevale?
- Il carnevale è una festa cattolica?
- Il Carnevale era una festa pagana?
Carnevale: significato della parola
L’Enciclopedia Treccani e gli studiosi più accreditati fanno risalire l’etimologia del vocabolo carnevale dal latino “Carnem Levare”, cioè eliminare la carne nel seguente periodo di quaresima in cui i cristiani si preparano alla Pasqua. Altre interpretazioni indicano il vocaboli “Carnaulia”, cioè “giochi campagnoli”, o ancora “Currus Navalis”, “corteo navale”.
La prima citazione del vocabolo “Carnevale”, o Carnevalo, appare nei testi di un poeta “Giullare” Matazone da Caligano verso la fine del 1200, e del creatore di novelle Giovanni Sercambi, Lucchese, intorno al 1400. Una nota di colore è che il sommo William Shakespeare si ispirò a una sua novella per creare il “Mercante di Venezia”.
Carnevale e festività "pagane"
Dunque questa festa relativamente moderna si sovrappone esattamente a tutte quelle ritualità che da tempo remoto sono state scelte nelle varie civiltà per permettere al popolo, in modo ricorrente, di liberarsi delle regole sociali fino al rapporto gerarchico in tempi antichi molto forte e vincolante. Al posto delle regole l’ordine che manteneva coesa i gruppi veniva invertito o rovesciato a favore dello scherzo, dei dileggiamenti senza conseguenze e, in certe occasioni anche della licenziosità.
Significato del Carnevale
La simbologia del Carnevale oggi appare chiara. Febbraio è il mese che precede il rinnovo totale della vita. Siamo nei tempi antichi, fino a prima della rivoluzione industriale. L’inverno spegne, apparentemente, tutto ciò che procura alimenti e quindi sopravvivenza. L’inverno è un continuo consumare le riserve esse insieme nella buona stagione. Questo per la maggioranza del genere umano; solo una ristretta cerchia di persone appartenenti alla razza dominante, o poi alla nobiltà o al clero, riusciva a contare su riserve stabili, tutti gli altri erano destinati alla parsimonia, agli stenti e a un brusco calo di sostanze nutritive su cui contare.
In un predeterminato periodo dell’anno si permetteva che il disordine, il “Caos” prendesse il posto delle convenzioni a cui si sottostava per il resto dell’anno. Il popolo che si liberava in canti, espressioni di ogni tipo, scherzi, chi poteva con mangiate o bevute eccessive, rappresentazioni mostruose attraverso mascheramenti, facendo finta di essere qualcosa che non si era, recitando, riecheggiando leggende e storie tramandate, a seconda della località.
In definitiva si rappresentava il Caos da cui tutto è stato generato, per invocare di nuovo un altro ciclo di vita che portasse al successivo carnevale. Una sorta di invocazione “mascherata” di antiche usanze alla base di tutto quello che oggi l’umanità ha prodotto. Come dire: “ricordati che tutto è nato dal “disordine” e che non è scontato che l’ordine sia definitivo, mi libero dalle tensioni di rispettare le leggi che garantiscono la vita di tutti, per poterle riaffrontare finiti i festeggiamenti liberatori.
I riti romani "antenati" del Carnevale
Nel culto romano di Iside si parla di figuranti mascherati, e la fine dell’anno veniva rappresentata da un uomo vecchio vestito di pelli, che veniva portato in processione e colpito con bacchette, chiamato Mamurio Veturio, proveniente dalla cultura Sabina assorbita da Roma.
Sfilava anche una nave, trainata da un carro, che conteneva il Sole e la Luna, la strada su cui sfilava simboleggiava il percorso dello zodiaco che portava a Babilonia, che a sua volta indicava la Terra. Questa rappresentazione simbolica era immersa in un contesto emotivo dove era necessario evocare anche la confusione, la materia informe da cui anche gli antichi avevano compreso era nato tutto, come l’ordine naturale della Terra che attraverso la natura fornisce gli elementi della sopravvivenza.
Per un anno si attende l’inizio di un nuovo ciclo della vita e ci si carica di tensione e paura che qualcosa possa interromperlo. Si rispettano le regole per andare avanti. Ogni anno il tempo sembra riprendere tutto dall’inizio. Il ciclo che ha creato i mondi si ripete. Si celebra la scampata morte, perciò si recitavano combattimenti tra gruppi opposti, si recita la morte, i Saturnali, le stesse orge, dove tutto viene portato all’eccesso, sesso e stordimento, descrivono la dissoluzione sempre in agguato, il lato oscuro della mente che si modernizza, ma non dimentica le sue origini che sempre incutono timore e rispetto. Come nei Saturnali dove il padrone diventava schiavo e viceversa, si evocava la dissoluzione, il tempo primordiale, il mito dell’eterno ritorno. Raggiungere il culmine del disordine garantiva la possibilità di tornare alla vita, dal Caos all’Ordine, dalla morte alla vita, perché dal Caos si arriva sempre a una nuova creazione.
Carnevale come rappresentazione mitica
Il Carnevale è una rappresentazione mitica delle forze dinamiche che si muovono dalla Terra al cielo, dagli inferi alla Terra. Interpreta il destino dell’umanità. Il periodo prima della Primavera, quando la Terra inizia il risveglio, è un momento in cui si abbassano le barriere tra le forze nascoste, per gli antichi, degli “inferi”, e i vivi sulla Terra. La Terra è al minimo della sua forza sostenitrice. il velo tra la vita e la morte si fa sottilissimo, c’è poco da mangiare. E’ vero si sa che il caldo tornerà, ma in mezzo c’è qualcos’altro. Le anime disincarnate vanno riconosciute, non ignorate, potrebbero impedire il processo per invidia, per essere state dimenticate e si rappresentano con delle maschere e indossandole si da vita a chi rappresentano e si consola questo essere disincarnato, soprannaturale, oltre la natura, impedendogli di odiare perché collabori alla rinascita del ciclo, dell’Ordine rinnovato.
Perché le anime dei defunti o delle forze dell’aldilà erano venerate?
Si è sempre creduto che esistesse un mondo nelle profondità della Terra dove andassero a vivere le anime che lasciavano a vita sul pianeta. La sede del mondo dei morti era chiamata ADE, oppure Orcus o Averno, regno di Plutone e Proserpina, dea prelevata dalla dea Persefone, figlia di Cerere/Dematra dea delle messi e della terra produttiva. Persefone, per una decisione di Giove, rapita da Plutone, viveva nellAde d’inverno e d’estate sullaTerra per avere cura delle messi.
L’Ade, descritto da Virgilio nell’Eneide, è circondato da un fiume sotterraneo, L’Acheronte, in cui si gettano il fiume dei Gemiti, Cocytus, e il fiume di fuoco, Flegetonte, nel Cocytus si creava la palude dello Stige. L’Ade possiede 2 zone, il Tartaro, che accoglie le anime empie, e i Campi Elisi che ricevono le anime destinate a ritornare sulla Terra reincarnandosi, bevendo l’Acqua del fiume Lete e dimenticando il loro passato. Chi moriva giovane risiedeva nei “Campi Lucentes”.
“Deorum Manium iura sancta sunt”
Le leggi delle divinità dei defunti sono sacre.
Questa frase appare nelle 12 tavole delle leggi romane che regolavano la vita di tutti nell’Impero.
i “Manes” o “dei buoni”, erano le anime dei defunti e venivano considerate come le divinità dell’oltretomba.
Venivano onorati con culti di devozione con offerte di norma alimentari, come in una società agricola.
Le feste dedicate ai Mani erano 2, i “rosaria”, tenuti da Maggio a Luglio, quando le tombe venivano ricoperte di rose e viole e i “parentalia” che si celebravano dal 13 al 21 di Febbraio, tutto veniva sospeso, lavoro, matrimoni, anche i templi.
In tutte le manifestazioni della vita pubblica i Manes venivano citati, nei Templi era scritto “DIIS MANIBUS”, quando un condottiero consacrava qualcosa, un esercito
Scrive Agostino d’Ippona nella “Città di Dio”, che: “Apuleio afferma che anche l’anima umana è un demone e che gli uomini diventano Lari se hanno fatto del bene…”
I Lari, dall’etrusco Lar, padre, descrivono gli spiriti degli antenati che vegliavano sul positivo andamento degli affari della famiglia, con le sue proprietà e altro.
Si affiancavano i MANES, i Mani, anime dei defunti che con l’andare del tempo vennero considerate delle divinità minori a cui riferirsi.
Essendo gli Inferi un luogo triste, spoglio, scuro in cui le anime dei defunti vagavano, si riteneva fosse opportuno onorarle perché non cedessero alla tentazione di cercare di tornare sulla Terra. Dopo la morte si celebravano per 9 giorni e all’ultimo con un sacrificio e almeno 2 volte all’anno.
Lo scopo era quello di non far sentire trascurate questa anime che avrebbero potuto inviare nella Terra malattie, dolori, sfortune varie; perciò durante i “parentalia” si consumava un banchetto nelle vicinanze della loro tomba, chiamato “refrigerium”.
Appare così chiaro il senso delle festività che si tenevano nel mese di Febbraio, ultimo mese dell’anno e anche dell’Inverno che, per la mancanza di luce e produzione di cibo, appariva vicino al mondo dei morti in cui le anime soggiornavano.
FEBBRAIO NEL MONDO
In giappone, nel vecchio calendario Giapponese, il mese di Febbraio è chiamato Kirasagi che, letteralmente significa “il mese del cambio delle vesti”. Sempre in Giappone si usa il termine Mometsuki che significa “il mese in cui gli alberi cambiano le foglie”.Si ritrova un certa assonanza con le definizioni romane antiche del mese dedicato alla correzione dei problemi invernali, in cui la natura inizia a depurarsi dall’Inverno.
FEBBRAIO DETTI POPOLARI
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